2023-05-26

Problemi Windows 11 22H2 e stampanti di rete / condivise

Con l'aggiornamento alla versione 22H2 di Windows 11, alcune stampanti di rete possono smettere di funzionare.

Provando ad aggiungerle nuovamente si riceve il codice di errore 0x00000bc4 (ERROR_PRINTER_NOT_FOUND) o 0x00000709 (ERROR_INVALID_PRINTER_NAME).

Causa

Windows 11 22H2 ha introdotto una nuova group policy: "Configure RPC Connection settings" ("Configura impostazioni di connessione RPC").

Questa voce controlla quale protocollo (con relativi parametri) utilizzare per le connessioni RPC in uscita verso lo spooler di una stampante remota.

Per default la versione 22H2 blocca l'individuazione delle stampanti provocando la cancellazione di stampanti esistenti e l'errore 0x00000bc4 quando si tenta di aggiungerne di nuove.

Soluzione

Seguire queste indicazioni:

  • lanciare gpedit.msc
  • aprire la voce
    Modelli amministrativi →
    Stampanti →
    Configura impostazioni di connessione RPC
  • selezionare “RPC su named pipe” dal menù a tendina e premere sul pulsante OK.

Riconoscimenti

Questa soluzione è stata inizialmente individuata da @thomas_forde in un recente messaggio su Twitter.

2023-02-21

Nuova libreria LibCommercio

 

Logo LibCommercio

LibCommercio permette la semplice verifica, memorizzazione, compilazione di codici in uso nelle transazioni commerciali (partita iva, codice fiscale, IBAN…).

La libreria è stata ricavata estraendo funzioni, codici e procedure adottate da Facile e raggruppandole in una libreria open source accessibile a tutti.

Il software è distribuito con licenza d’uso Mozilla Public License v2.0.

Allo stato attuale va considerata come una beta version. Contiamo di renderla pienamente operativa nel giro di un mese.

2023-02-11

Prevenire lo spoofing e lo spam con SPF


Gli spammer possono "falsificare" il tuo dominio per inviare messaggi che sembrano provenire dalla tua organizzazione. Questo tipo di attacco si chiama spoofing.

I messaggi che sfruttano lo spoofing possono essere utilizzati per scopi dannosi, come la diffusione di false informazioni, l'invio di software dannoso o per indurre le persone a fornire informazioni sensibili.

Il protocollo SPF (Sender Policy Framework) consente ai server di destinazione di verificare che la posta che sembra provenire dal tuo dominio sia autentica e non inviata sfruttando lo spoofing.

Se SPF non è attivo, è più probabile che i messaggi provenienti dalla tua organizzazione o dal tuo dominio siano contrassegnati come spam dai server di posta di destinazione.

Il "problema" è divenuto, di recente, particolarmente evidente con GMail: Google esegue controlli casuali sui messaggi dei nuovi mittenti diretti ad account Gmail personali, per verificare che siano autenticati. I messaggi senza almeno un metodo di autenticazione (SPDF o DKIM) vengono rifiutati o contrassegnati come spam.

 

ASPETTI TECNICI

Come funziona SPF

Se il server destinatario prevede il controllo SPF, a seguito della ricezione di un messaggio di posta elettronica effettuerà una query DNS sul dominio mittente, ovvero quello che risulta nel "MAIL FROM/return-path" per verificare l'esistenza di un record SPF.

Una volta eseguita la verifica dal record SPF, l'email viene accettata dal server destinatario se l'IP dell'SMTP mittente risulta tra quelli autorizzati, ovvero nella lista di IP presenti nel record SPF. In caso contrario, ovvero se l'IP dell'SMTP non è presente nella lista di IP autorizzati, il controllo SPF fallisce, quindi il messaggio in ingresso viene trattato in base a come il server destinatario opera quando si trova di fronte al controllo fallito e alla policy scelta dal mittente.

Come intervenire


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Prima di configurare SPF

  • Recupera le informazioni necessarie per accedere al fornitore del tuo dominio.
  • Acquisisci familiarità con gli indirizzi IP.
  • Acquisisci familiarità con i record TXT del DNS.
  • (Facoltativo) Controlla se un record SPF è già presente.
  • Identifica tutti i server e i servizi per l'invio di email utilizzati.

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Definire un record SPF

È possibile aggiungere un solo record SPF a un dominio. Tuttavia, nel record SPF di un dominio è possibile specificare più server e terze parti a cui è consentito inviare posta per conto del dominio.


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Aggiungere il record SPF al dominio

  • Aggiungi il record SPF al dominio.
  • Aggiungi un record SPF per un sottodominio.
  • Aggiorna il record SPF con nuovi server o servizi di invio.

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Risolvere i problemi relativi a SPF

  • Verifica il record SPF.
  • Verifica che i messaggi superino l'autenticazione tramite SPF.
  • Accertati che il record SPF includa tutti i server e i servizi di invio che utilizzi.
  • Rivedi le prassi per l'invio di email.

 

 

PER APPROFONDIRE

2022-12-02

Si può parlare di green software?


Si può parlare di green software, ovvero di programmi a basso impatto ambientale?

2022-10-01

Nuove specifiche tecniche per la fattura elettronica (ottobre 2022)

L'Agenzia delle Entrate ha pubblicato le nuove specifiche tecniche (v 1.7.1) in vigore dal 1 ottobre.

Tra le principali novità c'è l'introduzione del tipo documento TD28 che l'acquirente italiano utilizza per emettere autofattura a seguito di acquisti da fornitori sammarinesi.

Nello specifico, il soggetto passivo IVA residente o stabilito in Italia che riceve una fattura cartacea con addebito dell'imposta da soggetto residente a San Marino, deve emette autofattura, inviandola al SdI, con tipo documento TD28 al fine di assolvere l'IVA e comunicare all'Agenzia i dati relativi all’operazione. Invece, il TD17 o TD19 deve essere adoperato nel caso in cui la fattura ricevuta dall'operatore sammarinese (elettronica o cartacea) sia senza addebito dell'imposta, per l'assolvimento dell'IVA.

Le specifiche tecniche sono consultabili liberamente per ulteriori dettagli (in particolare pagine 7 / 8 e § 3.2.4 a pagina 113).

2022-08-08

Proteggi i dispositivi dal caldo e dalle bombe d'acqua! ⛈️

 


Ogni estate si osserva un'impennata di richieste dei servizi di recupero dati che coincide con la bella stagione. In estate il caldo estremo, gli acquazzoni improvvisi ed i danni causati dall'acqua hanno da sempre contribuito a generare un'elevata richiesta di servizi di recupero.

Sebbene sia difficile prevedere con esattezza il momento in cui si abbatterà una tempesta, è possibile proteggere i propri dati seguendo alcune semplici precauzioni.

 Come proteggere i dati dalle intemperie

  • Il caldo estivo può causare contrattempi, anche molto seri, in quanto il surriscaldamento eccessivo danneggia i dispositivi elettronici. È consigliabile tenere i computer in un luogo fresco e asciutto per evitare che il surriscaldamento provochi guasti agli hard disk. Proteggi, inoltre, smartphone o tablet evitando di lasciarli in un luogo caldo, come un'auto esposta al sole, per un periodo di tempo prolungato.
  • Per prevenire danni causati da fulmini, installa un dispositivo di protezione dalle sovratensioni tra la presa elettrica e il cavo di alimentazione del computer, in modo da gestire eventuali picchi di energia.
  • Controlla regolarmente i dispositivi di protezione elettrica almeno una volta all'anno, per assicurarti che funzionino correttamente.

Come affrontare la perdita di dati causata dal maltempo

  • Non utilizzare computer, telefono, tablet o un hard disk se è visibilmente danneggiato dopo una caduta o altre calamità.
  • Non scuotere, smontare o tentare di pulire dischi o un server danneggiati da un eventuale sbalzo di tensione, infiltrazioni... La manipolazione impropria può rendere più difficili le operazioni di ripristino dei dati e aggravare la situazione.
  • Non cercare mai di asciugare un supporto che è stato a contatto con l'acqua, aprendolo o esponendolo a una fonte di calore (come un asciugacapelli). In realtà, mantenere umido un disco danneggiato dall'acqua può migliorare le possibilità di recupero, perché una volta iniziato il processo di asciugatura, inizia anche quello di corrosione.
  • Non utilizzare software di recupero dati per tentare di recuperare un hard disk fisicamente danneggiato. I software di data recovery sono progettati per essere utilizzati su dischi funzionanti, senza danni di tipo fisico.

Ricorda che

  • Puoi contattarci per una consulenza gratuita in merito alle possibilità di recupero dei dati.
  • Non dare mai per scontato che i dati siano irrecuperabili, indipendentemente dalla gravità del danno.

2022-07-12

Chiarimenti sui documenti TD17 / TD18 / TD19



A partire dal 1° luglio 2022 i dati delle operazioni transfrontaliere devono essere trasmessi utilizzando esclusivamente il Sistema di Interscambio (SdI) e il formato XML, attualmente adottato per le fatture elettroniche. Ricordiamo che dall'obbligo di fatturazione elettronica introdotto dal 01/01/2019 sono state inizialmente escluse le fatture emesse e ricevute nei confronti/da soggetti non stabiliti nel territorio dello Stato. Per questo motivo si è reso necessario introdurre un nuovo adempimento legato alla comunicazione di questo tipo di fatture, l'esterometro (di cui all’art. 1, co. 3-bis del D.Lgs. n. 127/15). Successivamente la Legge di Bilancio 2021 ha previsto la soppressione di questo adempimento a partire dal 1° gennaio 2022. Questo termine è stato poi differito al 1° luglio 2022…

Quali tipi di autofatture potrò trovarmi a dover emettere?

  • TD17. Autofattura emessa per acquisto di servizi resi da soggetti esteri (quindi Intracee, Extracee, RSM). Normalmente l'operatore italiano dispone solo di un documento analogico ed emetterà un TD17 che sarà trasmesso al SdI.
  • TD18. Trattasi di autofatture emessa per acquisto di beni intracomunitari. In questo caso il soggetto italiano riceve una fattura analogica (cartacea o pdf, non documento FE). Emetterà un TD18 che sarà trasmesso al SdI.
  • TD19. È il caso in cui sia ricevuta un «documento» cartaceo da un fornitore stabilito o identificato in altro Stato estero. Trattasi di autofattura per acquisto da soggetto estero di beni che sono già in Italia e quindi non sono né importazioni né acquisti intracomunitari (acquisto di beni ex art.17 c.2 DPR 633/72).
In ogni caso Facile compila la sezione:
  • cedente prestatore con l'identificativo del paese estero e del soggetto non residente o non stabilito;
  • cessionario committente con i dati del soggetto italiano che emette e trasmette il documento via SdI;
  • soggetto emittente valorizzandola con codice il codice CC (cessionario/committente).

L'utente deve specificare come data documento la data di ricevimento della fattura o comunque una data compresa nel mese di ricevimento.

I documenti TD17, TD18 e TD19 sono delle fatture?

Per risponde a questa domanda, è necessario distinguere due ipotesi:
  • il caso in cui il fornitore sia residente all'interno della UE;
  • il caso in cui non lo sia.
L'art. 218 della direttiva 112/2006 (direttiva IVA), rileva infatti che:
Ai fini della presente direttiva gli Stati membri accettano come fattura ogni documento o messaggio cartaceo o elettronico che soddisfa le condizioni stabilite dal presente capo.

Il documento Facture ricevuto dal fornitore francese, oppure il documento Rechnung ricevuto dal fornitore tedesco, sono a tutti gli effetti delle fatture, perché appunto prodotte conformemente alla direttiva 112/2006, e infatti al cessionario/committente italiano è richiesto di integrare i suddetti documenti con l'aliquota e l'imposta, senza alcun obbligo di emissione della "fattura in unico esemplare" ex art. 21 , quinto comma, DPR 633/72, come invece nel caso del fornitore extra-UE. In caso quindi di fornitore UE, i documenti trasmessi al SdI contraddistinti dai codici TD17, TD18 e TD19, non sono da considerarsi delle fatture, quanto piuttosto delle comunicazioni utili ad inviare all’amministrazione finanziaria i dettagli dell'operazione svolta.

In caso invece di fornitore extra-UE, la cosa cambia: il committente italiano che ha acquistato servizi da soggetti extra-UE, dovrà emettere, oppure assicurarsi che venga emessa, la "fattura in unico esemplare" ex art. 21, quinto comma, DPR 633/72, comunemente denominata "autofattura". In questo caso quindi, il solo documento che potremmo definire fattura da un punto di vista fiscale, è il file TD17 o TD19 trasmesso al SdI.

Se da un fornitore estero, per esempio francese, perviene, tramite email, una fattura in formato PDF di ben venti pagine per acquisti di migliaia e migliaia di articoli, è obbligatorio riportare nel documento TD18 il dettaglio delle operazioni?

Nel caso prospettato si ritiene non sia necessario riportare nel documento TD18 il dettaglio delle operazioni, dato appunto che il documento trasmesso al SdI è una mera comunicazione utile a inoltrare alcuni aspetti della transazione, e quindi sarà sufficiente indicare una descrizione generica del tipo Integrazione per acquisti di beni da fornitore intracomunitario (se TD18), oppure Integrazione per acquisti di servizi da fornitore intracomunitario (se TD17), mentre sarà sempre necessario indicare nel campo 2.1.6 <datifatturecollegate> il numero e la data della fattura di acquisto.

Diverso è il caso di acquisti eseguiti da fornitori extracomunitari, dato che come rilevato il documento ricevuto si ritiene non debba considerarsi fattura secondo le disposizioni della normativa comunitaria, e in questo caso si dovrà produrre una fattura in unico esemplare ex art. 21, quinto comma, DPR 633/72, e quindi sarà necessario riportare nel campo <descrizione> il dettaglio dell'operazione svolta.

La fattura pervenuta da un fornitore estero va allegata al TD17, TD18, TD19?

Ad oggi non vi è uno specifico obbligo di allegare al documento TD17, TD18 e TD19 l'originale della fattura pervenuta dal fornitore intracomunitario o extracomunitario, anche se, in quest'ultimo caso, è certamente da suggerire di allegare al TD17 o TD19 l'originale del documento ricevuto dal fornitore extracomunitario.

In quale lingua compilare i campi descrittivi?

Il caso non riguarda le integrazioni, quanto piuttosto i documenti pervenuti da fornitori extracomunitari. Per esempio, se il servizio è stato prestato da un fornitore residente a Mosca (ed il documento ricevuto è in lingua russa) è ammissibile compilare le descrizioni del file TD17 riportando quanto indicato nel documento originale?

Come già rilevato, l'azienda italiana dovrà emettere la fattura in unico esemplare ex art. 21, quinto comma, DPR 633/72, e come rilevato dall'art.21 del medesimo decreto:
Le fatture redatte in lingua straniera sono tradotte in lingua nazionale, a fini di controllo, a richiesta dell’amministrazione finanziaria.

In sostanza, quindi, si ritiene ammissibile sia compilare le descrizioni in lingua italiana (procedura da suggerire), sia riportare quanto indicato nel documento originale, purché venga poi tradotto in lingua italiana qualora richiesta dall'amministrazione finanziaria.

Gli importi nei dati di riepilogo devo essere espressi in Euro anche se la fattura passiva ricevuta è in un'altra divisa? Se la fattura estera è in valuta estera va convertita in Euro col cambio del giorno della data della fattura passiva pubblicato dalla Banca d'Italia o dalla Borsa Italiana.

Come effettuare lo storno di autofatture TD17, TD18 e TD19?

In caso di errata emissione ed invio di un'autofattura elettronica codice TD17, TD18 e TD19, per lo storno parziale o totale del documento è necessario emettere ed inviare lo stesso tipo di documento indicando gli importi con segno negativo.